Telegram: caos dopo l’arresto a Parigi del fondatore Pavel Durov

Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, è stato arrestato a Parigi. Il franco-russo di 39 anni è al centro di gravi accuse, che spaziano dal terrorismo al traffico di droga, fino al riciclaggio di denaro e alla ricettazione. Le autorità francesi lo hanno preso in custodia, sollevando interrogativi sulle operazioni di Telegram e la sua governance.

Smartphone con logo Telegram

Telegram: è facile sfruttarlo anche per scopi illeciti

Chiara l’accusa: facilita attività criminali

Nei giorni scorsi, Pavel Durov, il fondatore e amministratore delegato di Telegram, ha subito un clamoroso arresto nella Capitale francese. Il suo arresto segna un momento cruciale per Telegram, un servizio di messaggistica noto per la sua privacy rigorosa, che potrebbe essere stato utilizzato come strumento per attività illecite. Le accuse che hanno causato il fermo infatti sono pesanti e includono terrorismo, traffico di stupefacenti, riciclaggio e ricettazione.

Secondo la magistratura, Telegram, a causa della sua struttura e della scarsa cooperazione con le forze dell’ordine, si sarebbe trasformata in una piattaforma che facilita attività criminali. L’assenza di moderazione adeguata e la criptazione dei messaggi sono elementi chiave che avrebbero permesso a individui e gruppi di sfruttare il servizio per operazioni illecite, aggravando le accuse contro Durov.

In particolare, le autorità sostengono che Telegram sia stato utilizzato per condurre varie operazioni illegali, dalle comunicazioni terroristiche al traffico di droga, passando per il riciclaggio di denaro. La piattaforma, che difende strenuamente la privacy dei suoi utenti, ora si trova sotto pressione per aver potenzialmente facilitato tali crimini, mettendo Durov e il suo team al centro di un’indagine internazionale.

Telegram: la presenza di siti di giochi illegali

Un esempio significativo di come Telegram possa essere sfruttato per scopi illeciti è rappresentato dalla copiosa presenza di siti per scommesse illegali. La situazione ha assunto toni fragorosi, quando sono usciti in maniera eclatante i nomi di Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. I due calciatori, infatti, proprio attraverso varie chat su canali Telegram, scommettevano su siti non autorizzati tramite intermediari.

La ‘forza’ di Telegram è infatti quella di consentire l’accesso a canali e gruppi, anche senza conoscere il numero di telefono degli altri membri. Questa funzionalità permette di entrare in contatto con una vasta platea di persone. Inoltre, grazie all’uso di parole chiave, si può tranquillamente arrivare a gruppi in cui si svolgono attività illegali, complicando ulteriormente la moderazione della piattaforma.

Ma c’è anche un altro aspetto preoccupante da parte di Telegram. È possibile creare catene di link che portano a canali fasulli, fuorvianti, fino a raggiungere il gruppo giusto, dove cioè si consumano le attività criminali. Questo stratagemma rende più difficile per le autorità individuare e monitorare queste attività, poiché i collegamenti vengono mascherati da una serie di reindirizzamenti che confondono i controlli.

Stefano Bagliani
Nel mio operare il mantra è specificatamente uno: scrivere di ciò che conosco e se l’argomento non è pienamente mio, mi documento, studio, approfondisco, verifico!
Scritto da: Stefano Bagliani