Dopo 6 anni dall’ingresso ufficiale nel mercato regolamentato portoghese del gioco online, PokerStars ha fatto una mossa importante aderendo ad APAJO, associazione che riunisce molti fra i principali brand del settore, attivi in Portogallo. Cerchiamo di capire che cosa può cambiare, con l’ingresso di un brand di primissimo piano, nell’attività di lobbying per migliorare le condizioni dell’industria del gioco pubblico.
PokerStars entra in APAJO
L’acronimo sta per Associação Portuguesa de Apostas e Jogos Online, ovvero “associazione portoghese di scommesse e gioco online”, e riunisce molti dei principali operatori attivi sul mercato regolamentato portoghese. Da pochi giorni anche PokerStars è entrato a farne parte, e non si tratta di un ingresso qualunque. Il brand dalla picca rossa è tra i più importanti in assoluto nel mercato del gaming online.
Parte del gruppo Flutter Entertainment plc, colosso internazionale che comprende anche altri brand di primaria importanza come Betfair e Sisal, PokerStars era finora il più importante concessionario, tra quelli operanti in Portogallo, a non avere ancora aderito ad APAJO. Della stessa associazione facevano già parte invece marchi molto noti come bwin, Betclic oltre alla realtà nazionale Casino Portugal e altri.
Con l’ingresso di PokerStars, naturalmente aumenta anche la forza politica di APAJO, che, come tutte le associazioni di categoria, è impegnata a fare lobbying. In questo caso si tratta di cercare sempre di proporre soluzioni per un mercato del gioco che sia sempre migliore e soprattutto per un ambiente di gioco responsabile e sicuro, secondo le esigenze che – giocoforza – sono in continua mutazione.
Il mercato europeo e il sogno liquidità condivisa
Quando si legge PokerStars, è inevitabile pensare al poker online, che è il comparto dal quale il brand fondato da Isai Scheinberg è partito, divenendo in breve tempo dominatore del mercato mondiale. Con la sua adesione ad APAJO si potrebbero anche riaprire scenari che sembravano chiusi, come quello relativo alla liquidità condivisa, che rappresenta un curioso paradosso per l’Italia.
Nell’estate del 2017, il trattato che sanciva l’apertura di una liquidità condivisa nel poker online, inizialmente tra Francia, Spagna, Portogallo e Italia, venne addirittura firmato a Roma. Purtroppo per noi, questa realtà non ha mai visto la luce nel nostro paese, per varie vicissitudini e veti incrociati, e a beneficiarne sono ad oggi soltanto gli utenti degli altri 3 paesi europei firmatari.
D’altra parte, è anche vero che oggi le priorità sembrano altre, in primis quelle relative a rendere il settore sempre più sostenibile, con maggiori tutele per le fasce più fragili. In diversi paesi sono già partiti esempi di autoregolamentazione della pubblicità sul gioco, e da questo punto di vista PokerStars può portare in APAJO una notevole esperienza maturata in altri mercati.