William Hill, storico bookmaker inglese e società di gaming tra le più popolari e affermate, è stata sanzionata in maniera pesantissima dalla UKGC – United Kingdom Gambling Commission. La multa, da 19,2 milioni di sterline, è la più pesante nella storia del settore in Gran Bretagna. Le ragioni di questa maxi-sanzione risiederebbero in una serie di mancati controlli su alcuni giocatori.
Maxi multa per William Hill in Gran Bretagna
19,2 milioni di sterline, corrispondenti all’incirca a 22 milioni di euro. A tanto ammonta la maxi-multa comminata dalla UGKC – United Kingdom Gambling Commission, la commissione di controllo sull’industria del gioco pubblico in Gran Bretagna, a William Hill. Il popolare bookmaker inglese, divenuto ormai multinazionale del gioco, ha violato alcune fondamentali norme sulla tutela del cliente, non controllando dei giocatori a rischio.
Secondo Andrew Rhodes, presidente della UKGC, le sanzioni erano così estese e macroscopiche, da prendere in considerazione anche l’ipotesi di sospensione della licenza. Tuttavia, di fronte alla pronta ammissione dell’azienda che si è subito attivata per riparare all’errore, la decisione della commissione è stata quella di convertire il tutto in una sanzione. Una sanzione esemplare, la più alta mai comminata nel settore.
Nel dettaglio, pare che ci siano stati degli omessi controlli nei confronti di giocatori evidentemente a forte rischio di patologie di gioco problematico. Uno di questi avrebbe perso 23mila sterline in 20 minuti, un altro 18mila in 24 ore e un altro ancora 32.500 sterline in due giorni, senza che alcun controllo venisse effettuato per provare a fermarli.
Gioco sostenibile, la nuova sfida in UK e non solo
Come ben sappiamo noi in Italia, il tema dell’attenzione alle fasce più fragili della popolazione e alla loro protezione da patologie di gioco problematico è attualissimo. In tutto il territorio italiano fioccano le iniziative di prevenzione, come quella organizzata di recente dalla ULSS 6 di Padova, ma ci sono anche in ballo progetti che non si limitano alla prevenzione.
Il futuro del settore del gaming passa da una cultura diffusa del gioco responsabile, che potremmo definire di gioco sostenibile, ovvero un’industria che limiti al massimo le criticità insite nella natura di alcuni dei prodotti offerti, tramite una vera e propria educazione al gioco. Accanto a questo deve esserci sempre una attività di tutela di minori e soggetti a rischio.
Ed è proprio quest’ultima direzione, quella intrapresa da un numero sempre maggiori di stati e governi, che hanno modificato le legislazioni in materia o si accingono a farlo. Le priorità sono ovviamente quelle di prevenire e aiutare chi già soffre di questo tipo di patologie, con le società di gaming chiamate a prendere coscienza della loro responsabilità sociale. Poi viene tutto il resto.