Pubblicità al gioco, un problema che l’Italia deve risolvere
Il gioco d’azzardo e le scommesse online sono in costante crescita in tutta Europa, un fenomeno che si verifica nonostante in diversi Paesi le leggi che regolano il mercato siano tutt’altro che favorevoli verso il settore. Ultimo esempio in questo senso il Belgio, dove la protesta degli operatori nei confronti del Governo ha finito per tirare in ballo anche l’Italia.
Gioco e pubblicità, polemiche in Belgio
Ma cos’è successo? Semplicemente, di fronte alla minaccia sempre più concreta da parte delle autorità preposte di vietare completamente la pubblicità al gioco d’azzardo, gli operatori presenti sul territorio belga hanno deciso di reagire. E lo hanno fatto sottolineando che tale divieto non solo non andrebbe a risolvere problemi come l’azzardopatia, ma addirittura finirebbe per aggravarli, spingendo i soggetti a rischio verso siti illegali e fuori dal controllo governativo.
A supporto di questo punto di vista, inoltre, gli operatori hanno portato le fallimentari esperienze in merito di Spagna e Italia, Paesi in cui la pubblicità al gioco legale è appunto vietata ormai da anni. Affermando che dall’entrata in vigore del famoso Decreto Dignità (decreto-legge numero 87 del 2018) il settore illegale è cresciuto addirittura del 50%. Vietare, insomma, non è la soluzione per gli operatori belgi.
Una polemica che ha riacceso la questione anche in Italia. Il nostro resta uno dei mercati più importanti in tutta Europa, eppure da anni combatte contro numerose difficoltà nonostante l’innegabile contributo sia in termini di posti di lavoro che di PIL. Gli operatori legali sono soggetti a numerose norme e ai severi controlli dell’ADM, ma non possono promuovere il loro prodotto in nessun modo.
Il gioco illegale cresce grazie ai divieti
Il divieto totale di pubblicità continua a far discutere in Italia, soprattutto perché dopo 4 anni i dati evidenziano che questo non ha risolto i problemi di chi soffre o rischia di soffrire di dipendenza dal gioco. Ma anzi, rischia di rivolgersi a operatori non regolamentati che possono fare danni maggiori agli stessi soggetti, privi di protezione, o favorire il riciclaggio di denaro di dubbia provenienza.
Studi recenti hanno evidenziato come proprio nei Paesi con leggi più severe e divieti più stringenti in materia il gioco illegale sia cresciuto maggiormente. Numeri alla mano, sembra evidente che più che una “caccia alle streghe” sarebbero necessarie informazioni chiare ed educazione al gioco responsabile per non danneggiare un settore che può e deve essere una risorsa.
Soprattutto la Serie A potrebbe beneficiare degli introiti garantiti dalla pubblicità degli operatori legali, soldi che oggi mancano e mettono non poco in difficoltà i nostri club. A marzo, si era parlato di una possibile apertura del Governo, ipotesi che per adesso è rimasta tale ma che prima o poi dovrebbe essere nuovamente discussa tra le varie parti coinvolte. Quando e se questo accadrà, però, non è dato sapere.