Punti Vendita Ricariche, richiesta maggiore chiarezza all’ADM
La pandemia da COVID-19 che ha investito l’intero pianeta a partire da febbraio 2020 e con cui ancora stiamo facendo i conti ha indubbiamente cambiato le abitudini di milioni di persone rispetto a tantissimi aspetti della vita quotidiana. Tra questi, anche il rapporto tra appassionati e gioco d’azzardo, che ovviamente è stato al centro di numerosi studi commissionati sia dagli operatori che da enti governativi.
ADM, regole su PVR “troppo interpretabili”
Le misure sanitarie hanno portato a uno spostamento d’interesse da parte del pubblico verso il gioco online, che nel corso degli ultimi anni ha registrato una crescita significativa. Un processo che per molti esperti sarebbe comunque avvenuto, in un mondo sempre più digitalizzato, ma che certo le necessità contingenti della pandemia hanno accelerato in modo deciso portando il gioco d’azzardo verso una nuova era.
Questa comprende anche i cosiddetti Punti Vendita Ricariche (PVR), luoghi fisici – bar, edicole, internet point, tabaccherie – in cui è possibile per i giocatori ricaricare i propri conti presso gli operatori affiliati e poter così effettuare scommesse sportive e non solo in tutta tranquillità. Un’opzione che da una parte aiuta a contenere una pandemia ancora non sconfitta, ma dall’altra mette non poco in difficoltà gli operatori terrestri.
Per migliorare la situazione, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha provato a intervenire con una circolare che, sulla carta, avrebbe dovuto regolare il rapporto tra Esercente e Concessionario di Gioco A Distanza ma che presenta regole fin troppo interpretabili in cui il confine tra comportamenti virtuosi e altri punibili rischia di rivelarsi estremamente labile.
I Concessionari chiedono regole più chiare
Se, infatti, il mancato rispetto delle regole può portare a sospensioni cautelari e decadenza della concessione all’operatore, misure che possono causare danni irreversibili dal punto di vista economico, appare evidente che le stesse debbano essere chiare, oggettive e dimostrabili. E che un Concessionario non possa essere punito per il mancato rispetto di norme che lo stesso è impossibilitato a controllare presso gli esercenti PVR.
Servono in definitiva regole chiare, che circoscrivano le responsabilità del Concessionario e che lo stesso possa rispettare e far rispettare senza correre il rischio di pagare per situazioni che di fatto non può tenere sotto controllo. E che, nel caso, ricadano solo ed esclusivamente sul PVR che non ha rispettato l’accordo dopo aver sottoscritto regolare contratto contenente norme che ancora oggi sono troppo interpretabili.
Così, mentre attendono riforme di cui si discute da tempo, punti di gioco con diritti scaduti ormai da anni e Concessionari che rischiano di pagare per inadempienze di affiliati che non possono controllare, continuano a punzecchiarsi a distanza. Anche questa, in fin dei conti, può essere interpretata come uno degli effetti della pandemia sul mondo del gioco.