Consiglio di Stato, l’atteso parere sul gioco online è arrivato

Il Consiglio di Stato, dopo una lunga attesa, ha rilasciato i pareri sulla concessione per l’esercizio e la raccolta a distanza dei giochi pubblici. L’analisi mette in luce criticità nei documenti di gara trasmessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, evidenziando la necessità di interventi per allineare le procedure ai principi di trasparenza, coerenza normativa e partecipazione.

Consiglio di Stato, prove di chiarezza sul gioco online

Criticità e proposte del Consiglio di Stato per le Concessioni dei Giochi Pubblici

Concessioni di gioco, il quadro generale

Il Consiglio di Stato ha analizzato a fondo i documenti di gara e i riferimenti normativi trasmessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. È stata sottolineata la necessità di eliminare incongruenze nei bandi e nei modelli di domanda per garantire una procedura selettiva coerente e in linea con i principi di trasparenza amministrativa. Una revisione fondamentale per evitare futuri contenziosi o difficoltà interpretative.

Tra i temi più rilevanti affrontati vi è la regolamentazione delle piattaforme telematiche di gara. Il Consiglio di Stato ha evidenziato che queste devono funzionare senza intoppi per rispettare il principio del “favor partecipationis”, ossia l’incentivo alla massima partecipazione. Tuttavia, alcune previsioni sulle piattaforme risultano poco chiare e necessitano di maggiore precisione operativa per essere considerate efficaci e giuridicamente sicure.

Un altro elemento riguarda le dotazioni tecniche richieste agli operatori economici per partecipare alle gare. Il Consiglio di Stato suggerisce di eliminare dettagli superflui, come la necessità di requisiti tecnici conformi agli standard di mercato. Tali requisiti sono considerati impliciti e parte del principio di autoresponsabilità dei candidati, senza bisogno di specificazioni aggiuntive nei documenti di gara.

Concessioni di gioco, i punti controversi

Un aspetto particolarmente delicato è la gestione dei malfunzionamenti delle piattaforme telematiche durante la presentazione delle domande. Sebbene la regola proposta dall’amministrazione miri a garantire l’equità, il Consiglio di Stato la ritiene eccessivamente generica. La possibilità di sospendere i termini di gara in caso di problemi tecnici potrebbe generare contenziosi e compromettere il principio di certezza del diritto nelle procedure pubbliche.

C’è poi la clausola di manleva, una disposizione che obbliga gli operatori economici a risarcire danni “di qualsiasi natura” in caso di violazione delle regole di gara o uso improprio della piattaforma. Come si legge nel documento del parere del Consiglio di Stato, si ritiene infatti che la formulazione sia troppo ampia e possa creare automatismi risarcitori non conformi ai principi della responsabilità contrattuale.

Infine, le disposizioni relative alla sospensione dei termini di gara e delle concessioni sono state criticate per la loro genericità. La mancanza di una motivazione adeguata o di limiti temporali chiari per l’esercizio di tali sospensioni è in contrasto con i principi di trasparenza e ragionevolezza. Una maggiore tipizzazione delle cause di sospensione e dei tempi previsti migliorerebbe la chiarezza e la legittimità di queste regole.

Stefano Bagliani
Nel mio operare il mantra è specificatamente uno: scrivere di ciò che conosco e se l’argomento non è pienamente mio, mi documento, studio, approfondisco, verifico!
Scritto da: Stefano Bagliani