Francia nel caos: polemiche anche sulla riforma del gioco

La Francia è nel più totale caos politico-istituzionale, con il governo presieduto da Michel Barnier che è stato sfiduciato dopo appena tre mesi di esistenza. La situazione avrà ripercussioni anche sul settore del gioco, sulla riforma che era attesa e anche sull’aumento delle tasse che era stato deciso qualche settimana fa, provocando peraltro feroci reazioni da tutto il settore.

Immagine di calciatori, laptop e bandiera francese

Cade il Governo Barnier: salta aumento tasse sul gioco in Francia?

Francia: con il governo slitta aumento delle tasse

Da una manciata di ore, ovvero dalla mattina del 5 dicembre, il Governo presieduto da Michel Barnier non esiste più. La mozione di sfiducia, presentata dalla sinistra, necessitava di 289 voti per passare: ne sono arrivati 331, compresi La France Insoumise e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Si conclude così il percorso dell’esecutivo più breve nella storia recente della Francia, nominato appena il 5 settembre scorso.

Con Barnier, tuttavia, cadono anche alcuni progetti di legge in un momento davvero critico per la grande nazione transalpina. La Francia viaggia attualmente con un debito pari a circa il 6% del PIL, ovvero il doppio del 3% permesso dall’Unione Europea. Proprio per questa ragione, il Governo Barnier aveva stabilito una serie di misure per trovare almeno 60 miliardi di euro da vari aumenti di tasse.

Tra questi, aveva fatto molto rumore la proposta di un forte aumento delle tasse sul gioco, approvato a fine novembre. Soprattutto, aveva creato polemiche per la evidente disparità di trattamento tra settore fisico e online. Ad esempio, l’aumento sulle scommesse sportive live è aumentato dal 7 al 10%, quello delle scommesse online dal 10 al 15%. Al contrario, le lotterie rimarrebbero tassate al 10%.

Cosa succederà ora al gaming francese?

Nella serata di giovedì, al termine di uno dei giorni più complicati della sua presidenza, Emmanuel Macron ha annunciato che nominerà un nuovo Primo Ministro. Al di là di chi sarà, è certo che il tempo delle riforme, in Francia, diventa difficile. Anche nel caso avesse indetto nuove elezioni, non si sarebbero potute tenere prima dell’estate prossima. Prima, però, ci sono da mettere in sicurezza i conti.

Proprio per questo, da un lato è ovvio che il settore del gioco d’azzardo non possa essere tra le massime priorità da risolvere. Dall’altro, però, il contributo dell’industria francese del gaming si rende necessario, per aiutare il Paese. Ciò che non torna agli operatori, di cui è portavoce l’AFJEL, è quella che è stata definita una “incomprensibile aggressione fiscale al gioco online”.

Ricordiamo inoltre che la Francia ha una situazione peculiare, riguardo al settore gambling: ad oggi, i giochi da casinò sono consentiti solo nei casinò terrestri, mentre quello online non è autorizzato. Una sua regolamentazione è attesa da molto tempo, ma l’attuale tensione politica rischia di incidere pesantemente anche su questa riforma, che pure metterebbe la Francia sullo stesso piano di altri Paesi europei.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi