La Francia riapre ai casinò online, ma poi fa marcia indietro

Davvero paradossale, ciò che sta accadendo in Francia sul gioco d’azzardo e i suoi risvolti legali. Il nuovo Governo presieduto da Michel Barnier ha prima proposto un emendamento per porre fine allo storico divieto di legalizzare il mercato dei casinò online, ma poi lo ha ritirato. Decisiva la pressione di Casinos De France (CDF), la potente lobby dei casinò terrestri.

Nuovo emendamento ai casinò online in Francia

La Francia rinuncia ai casinò online, per non danneggiare quelli terrestri

Il Governo francese apre ai casinò online, anzi no

La Francia continua a essere un caso davvero particolare, nello scenario internazionale del gioco d’azzardo. Il paese transalpino è infatti tra i pochissimi a non aver legalizzato il mercato dei casinò online, contrariamente a quanto già fatto per altri comparti del gioco a distanza, come poker e scommesse online. A metà ottobre, era parso che qualcosa potesse cambiare, grazie a un emendamento proposto dal Governo francese.

Infatti, il nuovo esecutivo presieduto da Michel Barnier aveva proposto di dare finalmente via a un mercato legale nazionale dei giochi da casinò, dopo un lunghissimo ostracismo. Le ragioni, ovviamente, erano squisitamente economiche. La Francia ha un debito pubblico al 112% del prodotto Interno Lordo, con un rapporto deficit/PIL al 5,5%, quasi il doppio rispetto al limite del 3% fissato dall’Unione Europea.

Il Governo proponeva un prelievo del 27,8% sulla spesa, ma ormai sono solo parole al vento. Dopo giorni di polemiche, l’emendamento è stato ritirato, con tanto di scuse. Le ragioni di questo storico ostracismo risiedono nella particolare situazione della Francia, che ha circa 200 casinò terrestri disseminati sul territorio. Questi sono rappresentati da Casinos de France (CDF), lobby molto potente che ha vinto anche stavolta.

Le conseguenze dello stop, il confronto con l’Italia

Vista dal nostro Paese, ma non solo da esso, quella francese sembra una situazione davvero paradossale, ma è figlia di un contesto a sua volta peculiare. Se si pensa ad esempio all‘ evoluzione normativa del gioco in Italia, sembra strano che la Francia non riesca a legalizzare qualcosa che da noi è consentito addirittura dal 2011, 13 anni fa.

Va però ricordato che l’Italia ha appena quattro casinò terrestri, la maggior parte dei quali non se la passa peraltro benissimo, ciascuno per motivazioni diverse. La Francia, invece, ha sempre scelto di privilegiare il live e la lobby CDF ha infatti puntato soprattutto sull’aspetto occupazionale e sociale, con circa 15mila posti di lavoro a rischio nel caso di legalizzazione dell’online, e le ricadute sui piccoli centri.

CDF ipotizza anche un crollo del 20-30% dei volumi di spesa dei casinò terrestri, in caso di apertura all’online. Dall’altra parte, però, c’è il rischio – che permane, visto che l’emendamento è stato ritirato – che i francesi giochino comunque ai casinò online, ma nei siti off-shore. Si stima che questo mercato valga tra 750 milioni e 1,5 miliardi di euro all‘anno.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi