Seppure inizialmente destinata a una fase sperimentale in tre paesi, l’espansione di Google nell’offerta di app con giochi con soldi veri sul suo Play Store è destinata a cambiare alcuni equilibri nel settore del gioco d’azzardo. I mercati sperimentali sono India, Messico e Brasile, tutti paesi densamente popolati. Dunque, sono test che ci potranno dare una dimensione di questa espansione.

Google e i giochi con soldi veri sul Play Store
Google si allarga: più giochi RMG in più paesi
Per il mese di giugno 2024, Google ha annunciato l’avvio di quella che ha tutta l’aria di essere una nuova fase nella storia del rapporto tra il colosso di Mountain View e l’industria del gioco d’azzardo. Per allora, infatti, la grande G partirà con un programma di espansione di alcuni tipi di app di gioco sul Play Store, segnatamente quelle con giochi con soldi veri.
L’espansione era iniziata ormai quasi tre anni fa con una fase pilota in 15 stati, mentre nel 2022 ha interessato tre mercati nazionali: India, Messico e Brasile. Non proprio paesi presi a caso, ma tutti mercati di dimensioni e potenzialità notevoli. Lo dimostra un dato relativo all’India: nel 2022, il Play Store ha fatto registrare un aumento del 200% di utenti attivi, ovvero, utenti che spendono.
Cosa cambia adesso? Nulla, dal momento che le tempistiche comunicate sono volutamente vaghe. Grosso modo, a giugno inizierà questa espansione, che consisterà in un aumento delle app RMG (Real Money Games, ovvero giochi con soldi veri) proposte e supportate nel Google Play Store dei tre paesi test. L’espansione riguarderà diversi giochi e varierà in base alle singole legislazioni vigenti.
I rischi dei colossi e del potere dei soldi
Gli scenari che si possono aprire per le aziende di gioco d’azzardo e per gli sviluppatori di app sono interessanti, ma non privi di criticità. Google ha sottolineato che rimarranno in vigore tutte le misure di sicurezza per gli utenti. Trattandosi di giochi con denaro reale, si parla di age-gating per evitare coinvolgimento dei minori, e di geo-gating per restringere l’accesso a determinate regioni.
Tuttavia, la sua lunga storia di sanzioni in Europa, compresa la multa da oltre 4 miliardi di euro per abuso di posizione dominante, poi rinegoziata e ridotta a 400 milioni, ci consiglia di non dormire su due cuscini. Il pericolo di concentrazioni di potere e denaro non riguarda solo Google, ma un po‘ tutti i giganti di internet.
Google potrebbe, inoltre, rivedere al rialzo la sua politica di fee da incassare per ogni acquisto in-app effettuato sul Play Store. E non è da escludere che, in un prossimo futuro, possano trovare spazio anche app di giochi o operatori sprovvisti di licenza in un determinato paese, ma legali in un altro. Dall’altra parte, però, a Google non conviene minare l’ecosistema del suo stesso app store.