Truffa casinò di Sanremo: il “cartaio” e 9 complici indagati

La truffa sarebbe andata avanti a lungo e avrebbe fruttato un ammontare di circa 300mila euro ai tavoli di Punto e Banco del Casinò di Sanremo. Alla sbarra finiscono in 10, tutti della zona di Torino, oltre al cosiddetto cartaio, un dipendente della stessa casa da gioco. Ecco il sistema che avevano architettato e che è stato sgominato dalla Polizia.

Casinò di Sanremo e tavolo blackjack

La truffa del “cartaio” e dei suoi complici al Casinò di Sanremo

Come funzionava la “truffa del cartaio” a Sanremo

La truffa è nota ormai da tempo, nell’ambiente, come quella del “cartaio”, oggi conosciamo i nomi degli indagati e anche il sistema che avrebbero architettato, per alleggerire il Casinò di Sanremo di centinaia di migliaia di euro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il tutto sarebbe durato fino al 2022 quando, dopo alcuni mesi chiusi con perdite anomale, il casinò aveva allertato la Polizia.

La mente di tutto era il cosiddetto “cartaio”, al secolo Luigi “Silvio” Carbone, 58 anni, da oltre 20 dipendente a tempo indeterminato del Casinò di Sanremo. Carbone aveva come mansione quella di preparare i mazzi di carte, che poi i croupier avrebbero utilizzato ai tavoli. Il trucco consisteva nel portare fuori dal casinò alcuni mazzi.

I mazzi venivano “lavorati” dal gruppo di torinesi complici, che segnavano le carte con minuscole abrasioni sul retro, quindi riconsegnati a “Silvio” che le riponeva negli armadi, preparandole per l’uso. Gli ignari croupier le portavano poi ai tavoli di Punto e Banco, dove il resto della banda sedeva nei panni di giocatori, con il vantaggio di riconoscere il dorso delle carte segnate.

Gli indagati e gli “illustri” precedenti

Nei guai è finito appunto Carbone, che in un primo momento era stato sospeso dal casinò. Gli era stata data la possibilità di dare la sua versione di alcuni comportamenti anomali. Le spiegazioni non erano state però convincenti, e così era scattato il licenziamento. Poi, dopo mesi di indagini, sono serviti circa 50 agenti per portare a termine l’operazione.

Due sono finiti in custodia cautelare, quattro ai domiciliari e altri quattro con restrizioni quali l’obbligo di dimora. Per loro si profila un’accusa pesantissima: associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al peculato e alla corruzione. Tuttavia, non si tratta certo del primo caso simile, in Italia. Già nel 1985 i giornali raccontavano di croupier in manette al Casinò di Venezia.

In quel caso si trattava di dipendenti del casinò (croupier, capitavolo, ispettori di gioco) che pagavano vincite fasulle a giocatori-complici nei tavoli di roulette, in questo e altri casi si preferiscono invece i giochi di carte. Il colpo degli anni ’80 era da centinaia di milioni di lire, mentre l‘odierno sistema del cartaio aveva fruttato alla banda circa 300.000€ in vincite illecite.

Nino Lucchesi, l'autore di Truffa.net
Nel mio lavoro quotidiano ho un solo e unico obiettivo: evitare che i lettori possano incappare in truffe o raggiri online.
Scritto da: Nino Lucchesi